La guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina, scoppiata il 24 febbraio 2022, ha origini antiche.
La divisione fra Russia e Ucraina nasce fin dall’indipendenza dell’Ucraina, nel 1991: lì il paese si divide a metà, con un ovest cattolico e filoeuropeo e un est filorusso, che ha il suo punto dominante nelle due repubbliche autoproclamate nel Donbass: Donetsk e Luhansk, dove si parla ancora il russo come prima lingua.
Ecco le principali cause che hanno portato allo scoppio della guerra:
1) Russia, Bielorussia e Ucraina sono state definite le tre sorelle slave; tre Stati, molto simili fra loro, strettamente imparentati anche a livello di legami familiari Con la caduta dell’Unione sovietica nel 1991 gli stati si sono formalmente separati, ma la Russia continua a voler riportare le due nazioni sotto il suo governo.
2) Il secondo punto di guerra fra Mosca e Kiev riguarda l’apertura dell’Ucraina verso l’Europa. La vicinanza dell’Ucraina all’Europa non è mai piaciuta a Mosca, che si è sentita minacciata dall’apertura dell’Ucraina all’occidente. 3) Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Ucraina ha rivestito il ruolo di stato-cuscinetto: uno stato, in sostanza, che mantiene una neutralità tattica fra due superpotenze, per evitare possibili conflitti. Ma dall’indipendenza del 1991 l’Ucraina ha mostrato, con diversi segnali, di voler entrare nella NATO. Se l’ingresso non è ancora avvenuta è solo perché la NATO non può accettare stati che abbiano ancora conflitti irrisolti al proprio interno. La possibilità di avere uno stato confinante che si trova dalla parte della NATO è bastata per mettere in allarme la Russia e farle percepire la minaccia di una espansione occidentale.
Così all’alba del 24 febbraio 2022, alle 6 di mattina, il presidente russo Vladimir Putin ha dato l’ordine di invadere l’Ucraina. Il conflitto va ormai avanti da più di sette mesi.
Il 9 novembre Serghei Surovikin, comandante delle operazioni russe in Ucraina, ha riferito l’ordine del Ministero della Difesa russo di ritirare le truppe dalla città di Kherson. Però nell’Oblast di Kherson continuano i combattimenti fra soldati russi e ucraini. Questi ultimi stanno riprendendo il proprio territorio.
La ritirata dei russi da Kherson ha un alto valore simbolico. La città era infatti il simbolo di Mosca, del successo dell’avanzata delle proprie truppe a occidente; infatti esso il punto fondamentale delle linee di rifornimento dalla Crimea. Per mettere al sicuro il controllo sulla penisola, la Russia potrebbe ora essere costretta a muovere parte del proprio contingente verso sud. Verrebbe così a indebolirsi il controllo sui territori occupati più a nord e questo potrebbe facilitare le operazioni di controffensiva di Kiev. Nel frattempo, il presidente ucraino Vladimir Zelensky si dice disponibile a ragionare di eventuali colloqui di pace con la Russia. L’annuncio calma in parte le preoccupazioni dei paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti, che sarebbero proprio dietro alla richiesta di una apertura in tal senso. Ancora oggi la guerra continua e ci sono molti immigrati dell’Ucraina che arrivano in stati come l’Italia.
Classe 2^F